Argomenti dell'articolo:
Già da qualche tempo nel mondo della comunicazione si parla di Story Telling e recentemente queste parole hanno superato i confini del mondo riservato agli addetti ai lavori, magari accolte con qualche dubbio.
Lo Storytelling ha preso sempre più piede negli ultimi anni. Quando siamo passati da una comunicazione fortemente orientata all’immagine e all’apparire, quella degli anni ‘80 e della “Milano da bere” per intenderci, a una più orientata al dialogo, quella dei social.
La necessità di conoscere di più di un brand, di un prodotto, di un servizio, ci ha portato a voler approfondire tutta una serie di dettagli. In più oggi vogliamo essere coinvolti, essere parte di una storia. E nulla per la mente umana è meglio di un racconto.
Un racconto ci permette di costruirci delle immagini, le nostre, che migliorano i nostri processi mnemonici, fissandosi in modo duraturo nella nostra mente, diventando spesso indelebili. Il racconto fa parte della modalità di apprendimento e di svago della mente umana. Da sempre.
Non a caso i grandi maestri del passato lontano e recente, ci hanno lasciato parabole e racconti capaci di essere richiamati alla memoria dopo anni. Capaci di spiegarci i significati più profondi con estrema semplicità. Capaci di raggiungere i più piccoli come i grandi pensatori. Ognuno capace di “leggere” la storia in base al suo livello di comprensione.
Queste sono le basi dello story telling, oggi tornate di attualità soprattutto grazie ai social, ma non solo, dove la parola, sostituendosi in parte all’immagine, ha preso sempre più importanza.
È la domanda che nasce naturale dalle righe sopra scritte. Lo Storytelling è quindi una delle azioni che un’agenzia di comunicazione e pubblicità deve mettere in campo per promuovere un prodotto o un’azienda. Il testo deve essere progettato in maniera da presentare ogni passaggio della storia aziendale o personale come elemento che ha contribuito a raggiungere un obiettivo.
Per essere più chiaro, se per esempio voglio presentare la capacità unica di Tam Tam Italia di saper comprendere qual’è l’elemento capace di contraddistinguere un’azienda da un suo competitor di mercato, comincerò a raccontare le nostre tappe lavorative come passi di un percorso che ci hanno portato a comprendere che senza distinguersi l’azienda è molto più difficile vendere, soprattutto se si tratta di prodotti o servizi ampiamente conosciuti.
Racconterò che pensando alle campagne pubblicitarie per diversi clienti, che chiedevano di copiare quelle dei leader di mercato, ci accorgevamo che non si dava un forte motivo di scelta per il cliente del nostri cliente. Spiegherò che leggendo un giorno il libro “La Mucca Viola” avevo avuto conferma di questo nostro pensiero. Che frequentando un corso di comunicazione per la vendita con Sebastiano Zanolli, avevo avuto la riprova di questo concetto. E poi, applicando queste idee, anche analizzando i nostri processi di acquisto, come quello di diversi amici, davanti ad un prodotto particolare, andavamo alla ricerca dell’elemento differenziante, quello che avrebbe determinato la nostra scelta.
In questo modo, avrò dato motivi fondanti alla nostra idea, avrò spiegato che la nostra tensione verso quel pensiero non è casuale, ma frutto di diverse esperienze, creando una storia. Nei casi più interessanti, proprio un’avventura. Ed è l’avventura che il cliente vuole leggere, vuole condividere e che vuole scoprire per avere una valida ragione per fidarsi. Sì, perchè è la fiducia, materia sempre più rara e al contempo più richiesta, l’elemento sul quale fa leva lo storytelling. Ma del valore della fiducia e di come crearla scriverò in un prossimo articolo.