Scrivere contenuti costa, tempo o denaro, in entrambi i casi non è un'operazione gratuita, sia che tu abbia ingaggiato un content manager esterno sia tu abbia arruolato come content editor una risorsa interna. E' possibile quindi che tu abbia ipotizzato di ottimizzare questo costo divulgando i tuoi contenuti a pioggia su tutti i tuoi canali social, senza avere una content strategy o peggio un progetto di content marketing da cui partire. Be' se è così, questo articolo fa per te.
Ci sono parecchi motivi per cui ogni strumento impiegato per comunicare la storia, i valori o anche le offerte della tua azienda debba essere impiegato con uno scopo preciso, ma ritengo questi cinque i più rilevanti
Non so a te, ma a me ha molto colpito il fatto che nel primo semestre del 2016 ci sia stata un'impennata di over 65 iscritti a Facebook, mi ha colpito perchè tendiamo a radicalizzare le nostre certezze senza accorgerci che in un tempo brevissimo quel che pensiamo di sapere è cambiato, un attimo prima Facebook è appannagio dei ragazzini e subito dopo è la piattaforma dove si incontrano anche i nonni. Perchè dico questo, perchè è chiaro che se una piattaforma è "abitata" da adolescenti, il linguaggio che parlerà (e quello che dovrà essere usato dall'azienda che vuole comunicare) sarà amichevole, "smart", ma se quello stesso luogo diventa la piazza in cui si incontrano anche gli over 65 sarà necessario ritarare il vocabolario.
E fin qui ho accennato solo a Facebook, ma facciamo un'altro esempio, se ti dico Linkedin immagino che tu pensi ad un interlocutore in giacca e cravatta, mi sbaglio? Mentre se dovessi immaginare un utente di YouTube probabilmente penseresti ad un Nerd con la felpa e il cappuccio, giusto? Perchè? Semplicemente perchè, anche senza essere un social media manager percepisci le caratteristiche del luogo virtuale che visiti. Ti sembrerebbe adeguato trovare su Linkedin un post con i gattini? Non credo. Cominci a capire perchè un contenuto deve essere pensato per uno specifico "contenitore"?
Ad ogni strumento impiegato in una strategia di comunicazione aziendale si dovrà assegnare un obiettivo e ogni canale dovrà fare la sua parte in sinergia con gli altri (che siano strumenti web oppure offline), i contenuti dovranno essere pensati nei vari formati (testi, immagini, video, infografiche) per poi essere assegnati al proprio canale in armonia con le sue caratteristiche intrinseche (giocoforza i video andranno su YouTube o Vimeo), ma anche al ruolo che gli vorremo far svolgere. Si perchè se è vero che content is king, distribuzione is Queen.
E' evidente che i formati video saranno veicolati meglio su un canale dedicato a distribuirli ed è noto che YouTube ha un audience più estesa e varia, mentre Vimeo è più di nicchia. Ma è altrettanto vero che sul web tutti i contenuti circolano per condivisione e non è detto che un video nativo sulla piattaforma più adatta non debba poi essere ricondiviso, per esempio su Facebook (ma qui hai mai provato a ritrovare un video che ti era piaciuto?). La vita dei video su Facebook, pur essendo magari viralissima, è breve... se vuoi ritrovarlo finirai per farlo su Youtube, ah! A proposito sai che è il secondo motore di ricerca e che appartiene (anche lui) alla famiglia Google?
Si parla sempre degli stessi social, ma se hai un'ampia gamma di prodotti di abbigliamento o accessori (ad esempio), potrebbe servirti la vetrina digitale di Pinterest, il catalogo mondiale di immagini, più visitato (soprattutto da donne tra i 35 mei 45 anni), se il tuo target è giovane e ama fashion, sport o arte probabilmente lo trovi su Instagram, per cui sarà qui che dovrai farti trovare.
Essere presente su più canali ti consente di raggiungere anche quei potenziali clienti che magari detestano Facebook e che, magari, ne amano soltanto un'altro specifico. Ma se ne frequenta uno, perchè ne ama le caratteristiche, e tu condividi un contenuto pensato genericamente, per essere diffuso "come capita", potrebbe essere che tu ottenga un effetto boomerang e che quel contenuto venga rifiutato perchè considerato inadeguato.
Facciamo un esempio concreto (anche se un po' estremo): il tuo cliente si è iscritto al tuo canale Linkedin perchè ha letto qualche articolo del tuo blog che hai condiviso su questa piattaforma e vuole rimanere aggiornato sulle nuove uscite. Ad un certo punto tu pubblichi una foto delle tue vacanze al mare salutando i colleghi ancora in ufficio... il tuo cliente potrebbe trovarlo un contenuto più adatto a Facebook e giudicarti poco professionale, no?
Ma veniamo al penultimo punto, se hai pagina Facebook, Twitter, Youtube, Linkedin e Instagram, posti e riposti con metodo lo stesso contenuto ovunque...perchè il cliente dovrebbe seguirli tutti? Gli basterà iscriversi ad un canale per ricevere tutte le infirmazioni che vorrai pubblicare. Al contrario se il tuo cliente intercetta un contenuto su di un canale e scopre che su un'altro può trovare informazioni diverse sui tuoi prodotti, potrebbe decidere di seguire anche quello. Questo ti consentirà di aumentare la sua fidelizzazione.
Ed eccoci al puzzle, e quindi alla strategia, se decidi di metter in campo più strumenti, perchè questo ti porti un reale vantaggio, dovrai far sì che ognuno racconti un pezzetto della tua storia.
Facciamo ancora una volta un esempio, diciamo che la tua azienda venda frullatori. I tuoi obiettivi potrebbero essere due, da un lato potresti voler aumentare la notorità del tuo marchio (awarness) e dall'altro aumentare le vendite. In questo caso potresti per esempio usare YouTube per pubblicare dei tutorial dimostrativi delle funzioni del frullatore, come si smonta, pulisce e utilizza, il blog per proporre delle ricette nelle quali l'uso dei vari accessori è indispensabile, Linkedin per fare story telling parlando della storia del prodotto e dell'azienda, dei suoi dipendenti e dirigenti. Potresti anche preparare una landing page dedicata, sul tuo sito, nella quale offrire una prova per 10 giorni del tuo frullatore (in cambio di una recensione sincera) e portare traffico attraverso una campagna Adword, intercettando la domanda consapevole.
Insomma hai capito cosa intendo per puzzle?
Torniamo sempre allo stesso discorso, me ne rendo conto, ma la questione è sempre e comunque la strategia di comunicazione e non c'è strategia senza analisi. I contenuti sono fondamentali per le aziende, per la ricerca organica su Google, per fare in modo di non essere inghiottiti dall'oceano del web, ma soltanto la comprensione del processo di acquisto dei tuoi clienti (e prospect) la comprensione di cosa cercano, cosa vogliono e dove lo cercano, ti offre la possibilità di intercettarli, ma non devi bruciare questa occasione di contatto dando la risposta sbagliata alle loro domande. I social sono frequentati per intrattenimento, ma anche per seguire le proprie passioni, per avere risposte, magari guardando tutorial. Se capiamo cosa far trovar loro quando cercano risposte, diventermo l'interlocutore che posside delle soluzioni, diventeremo chi cercare quando si ha bisogno di soluzioni sull'argomento che trattiamo.
I contenuti parlano di te, della tua azienda, del tuo prodotto, distribuirli nel modo corretto ti consente di aprire delle porte ai tuoi potenziali clienti, degli "sportelli" digitali della tua azienda, dove parlare ma soprattutto dove ascoltare i tuoi clienti. E soprattutto, non sottovalutare l'analisi e la strategia: è come osservare un grattacielo, le fondamenta sono invisibili, ma sono quelle che permettono a tutta la struttura di stare in piedi.
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